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  CARLOCALORO
IRONIA DELLA SORTE 2021/2022
Carlo Caloro vs Mo(n)stre
 
Ironia della sorte è un progetto che nasce da una collaborazione con Mo(n)stre, una piattaforma di arti e discipline umanistiche che, in modo ironico e non solo, parla di mostre, mostri e tutto ciò che popola gli spazi espositivi italiani.
A lui ho chiesto di effettuare una selezione su alcuni miei lavori, partendo dalla foto documentazione delle opere, per rielaborare e creare nuovi memi. Il desiderio di questa co-operazione nasce dal fatto che molti dei miei lavori si confrontano con tematiche legate alle reti neurali, agli algoritmi evolutivi, alla genetica e al rapporto tra natura-cultura. In questo senso, ero interessato alla tipologia di interventi realizzati solitamente da Mo(n)stre e al suo lavoro con i memi per aprire uno spunto di riflessione rispetto a queste nuove “entità culturali” e alla loro trasmissibilità.
 
L’operazione compiuta da Mo(n)stre in Ironia della sorte è una vera e propria rielaborazione memica dei miei lavori. Questi sono accompagnati dalla didascalia dell’opera originale con l’aggiunta di note audio “esplicative” da parte di Mo(n)stre, e accostamenti e confronti con immagini di opere d’arte del passato, che danno vita a veri e propri memi “involutivi”.
 
Da questo strano connubio ne esce fuori una sorta di metamemetica, volta a riflettere in una nuova guisa sia sulle mie opere, aprendo a livelli di lettura altri, sia sul ruolo stesso che oggi hanno i meme attraverso il lavoro compiuto da Mo(n)stre.
 
L’obbiettivo di Ironia della sorte è quello di aprire la strada ad una nuova ri-significazione memica per indagare il modo in cui la cultura si trasforma da sé e si perpetua nel tempo. Come ha detto il filosofo Carlo Sini, “La cultura è un automa”. In altre parole, la cultura è una macchina che si muove sebbene non sia altro che il prodotto dell’evoluzione naturale che contraddistingue l’essere umano.
Per questa ragione, mi sono interessato alla riflessione sui memi e alla loro analogia con i geni, nella convinzione che gli odierni algoritmi digitali siano naturali quanto gli algoritmi evolutivi. A cambiare, in questo senso, è unicamente la velocità di trasmissione. In fin dei conti, una riflessione simile era già contenuta nel Medialismo di Gabriele Perretta e della sua ricerca sviluppata negli anni ‘80 che già portava in grembo risvolti che stiamo vivendo oggi come il diluvio digitale, gli NFT e la memetica. Secondo Perretta, infatti, «La globalizzazione non ha rinunciato ad un dialogo tra intelligenze collettive. Oggi l’arte contemporanea, a contatto totale con la comunicazione, può permettersi di essere astrattamente espansa e quindi pittura e installazione stanno insieme e non necessariamente in maniera post-moderna. La pratica mediale che dal 1993 si affaccia ai linguaggi attuali dei new media ha aperto la strada alla fine dei media elettrici! Il Medialismo ha aperto la strada all’utilizzo della dialettica tra media elettrici e digitali, che oggi è di grande attualità. Dentro e fuori la rete il medialismo ha anticipato quello che dopo qualcuno ha chiamato ri-mediazione, oppure content providing o digitale globale».
 
D’altronde, la parola meme è stata introdotta per la prima volta nel 1976 dal biologo evoluzionista Richard Dawkins nel suo libro Il gene egoista. In esso Dawking propone una nuova chiave di lettura dell’evoluzione culturale umana. In maniera omologa al gene, unità di base dell’evoluzione biologica, il meme è un’unità culturale, replicabile e trasmissibile per imitazione (greco: mimeme) da un individuo a un altro.
 
Seguendo l’analogia con i geni – che rappresentano le unità di informazione biologica che compongono il DNA degli organismi viventi – i memi sono coinvolti nel medesimo processo di replicazione, mutazione e selezione nel mondo della cultura. I memi quindi non sono altro che dei replicatori di idee che fanno presa nella mente delle persone trasferendosi di cervello in cervello. In questo processo di replicazione, i memi proprio come i geni possono subire delle mutazioni indipendenti. Se l’imitazione è il modo in cui i memi vengono replicati, tuttavia è il processo di selezione a individuare le unità culturali che sopravvivranno sulla base della loro longevità, fecondità e fedeltà.
 
Più un meme sarà longevo e fecondo e più è probabile che quell’unità culturale finirà per prevalere rispetto ad altre idee concorrenti, meno attraenti e dunque meno capaci di replicarsi. La selezione genica, portando alla formazione del cervello, ha fornito gli elementi necessari per lo sviluppo dei primi memi. Una volta che questi si sono formati l’evoluzione culturale è diventata determinante per lo sviluppo umano.
 
Qualsiasi contributo culturale come una buona idea, una canzone, l’invenzione della lampadina, ecc. in quanto meme può rimanere intatto per lungo tempo dopo che i geni si sono dissolti nel pool comune. Mentre i geni di Platone sono probabilmente scomparsi all’interno del pool genetico, i suoi memi sono sicuramente presenti nel nostro mondo.
 
In parte, prima di intraprendere questo esperimento con Mo(n)stre mi sono già dedicato a questi temi nel 2011 con il lavoro Io_nel_progetto_di_un_altro. Anche qui è presente l’idea della propagazione dei memi culturali, rielaborandola attraverso un algoritmo a cui ho delegato il ruolo di autore che fornisce una serie di istruzioni, dove solo poche regole sono prestabilite, che possono essere implementate da una macchina o da un performer per vedere come nel portare avanti il discorso di un altro non si esprima più l’altro, bensì se stessi nel discorso dell’altro. Così facendo, volevo mettere in luce come avviene il trasferimento di un processo culturale, tramite uno scambio di informazioni, e come queste si modificano negli altri.
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Similarmente, l’intervento di Mo(n)stre fa riferimento a memi (opere d’arte) arrivati sino ad oggi, innestandoli sulle mie opere in vario modo, suggerendo e veicolando significati inaspettati e nuovi piani di lettura dell’opera stessa. In altre parole, creando dei veri e propri “meme”, generando nuovi memi a partire da un insieme di memi (i miei lavori e gli accostamenti di varia natura a altre opere d’arte).
 
Per questi motivi, Ironia della sorte nasconde in sé una metamemetica, così come Io_nel_progetto_di_un_altro metteva in atto un meta-discorso, che invita a considerare la natura stessa dei memi e dei mutamenti che avvengono sul piano culturale. Cosa definisce allora un meme? Sicuramente non basta che si sovrapponga una breve frase o parola a un’immagine.
 
Per trovare una risposta a questa domanda occorre considerare che la parola meme per come la intendiamo comunemente oggi fa riferimento al diffondersi su Internet di idee attraverso una serie di immagini, gif, foto o video diffusi in rete in modo virale, basandosi su continue mutazioni, che ha raggiunto modalità tanto singolari da essere paragonata da alcuni a un’espressione d’arte.
 
I memi su Internet, proprio come i memi normali fanno leva sulla loro viralità. L’assenza dei confini fisici nella rete tende a incentivare ancora di più la rapida diffusione di idee. Tuttavia, il loro tratto caratteristico deriva dalla maniera in cui avviene la loro variazione da mutazione in mutazione. Secondo lo stesso Dawkins, infatti, mentre i memi “classici” subivano un mutamento da un passaggio all’altro all’interno di una logica casuale e darwiniana, i memi su Internet seguono mutazioni intenzionali. Non a caso, i memi realizzati solitamente da Mo(n)stre muovono dal confronto tra memi artistici del passato e immagini che fanno riferimento al gossip o alla notizia politica, che hanno avuto già grazie ad altri media, come la televisione e i social media, una diffusione molto ampia.
 
Questi, infatti, si fondano sulla variazione stessa. I memi di Internet sottintendono un creatore e un ricettore attivo che non si limiti alla sola imitazione. La mutazione avviene intenzionalmente da parte del creatore, mentre il destinatario del meme è un fruitore che deve “ri-comporre” il messaggio. Spetta a quest’ultimo ricreare il messaggio che viene costantemente riattualizzato in infinite declinazioni che aprono la porta a nuovi cornici significative, paradossali, umoristiche e a una nuova “ri-significazione”. L’immediatezza gioca un ruolo importante laddove i meme suscitano emozioni, idee e ilarità in un formato facile da tradurre.
 
Tuttavia, se la viralità è la chiave del successo evolutivo di un meme, ironia della sorte, quelli confezionati da Mo(n)stre sui miei lavori sono memi “involutivi”, che non hanno di per sé una cornice umoristica e che non ricercano intenzionalmente la diffusione, ma che aprono attraverso il gioco tra le mie opere originali e le nuove dimensioni di senso a chiavi di letture differenti aggiunte da Mo(n)stre, ulteriori dimensioni di senso per i fruitori.
 
Ad esempio, uno degli esperimenti compiuto da Mo(n)stre a partire dalla mia opera Braccio (Opera dove viene riprodotto in forma grafica il gene HOXIA, responsabile della formazione di braccia e gambe, da un braccio meccanico avviato da un mini-controller), si basa sulla realizzazione di meme dove il braccio meccanico viene messo a confronto con altre opere d’arte o ritratto nell’atto di scrivere il messaggio troppe mos…(tre).., alludendo alla morte del braccio/manichino. Il tutto accompagnato da una nota audio.
IRONIA DELLA SORTE 2021/2022 Carlo Caloro vs Mo(n)stre Irony of Fate is a project born out of a collaboration with Mo(n)stre, a platform for the arts and humanities which, in an ironic fashion, discusses exhibitions, monsters and everything that populates Italian exhibition spaces.
I asked him to select some of my works, starting from the photo-documentation of the works, to rework and create new memes. The desire for this co-operation stems from the fact that many of my works deal with themes related to neural networks, evolutionary algorithms, genetics and the relationship between nature and culture. In this sense, I was interested in the typology of interventions usually carried out by Mo(n)stre and his work with memes in order to open up a reflection on these new "cultural entities" and their transmissibility.
 
The work carried out by Mo(n)stre in Irony of Fate is a true memic re-elaboration of my art. These are accompanied by the caption of the original work with the addition of "explanatory" audio notes by Mo(n)stre, and juxtapositions and comparisons with images of artworks from the past, which give rise to real "involutional" memes.
 
From this strange combination, a sort of meta-memetics arises, aimed at reflecting in a new way upon both my works, opening them up to other levels of interpretation, and on the very role that memes have today, through the work carried out by Mo(n)stre.
 
The aim of Irony of Fate is to pave the way for a new memic re-signification, to investigate the way in which culture transforms itself and perpetuates itself over time. As philosopher Carlo Sini said, "culture is an automaton." In other words, culture is a machine that moves, even if it is nothing but the product of the natural evolution that distinguishes human beings.
For this reason, I became interested in the reflection on memes and their analogy with genes, in the belief that today's digital algorithms are as natural as evolutionary algorithms. What changes, in this sense, is only the speed of transmission. After all, a similar reflection was already made in the Medialism of Gabriele Perretta and his research carried out in the 1980s, which already sowed the seed of implications that we are experiencing today, in the form of a digital flood, NFTs and memetics. According to Perretta, in fact, "globalization has not renounced a dialogue between collective intelligences. Today contemporary art, in total contact with communication, can afford to be abstractly expanded and therefore painting and installation go hand-in-hand, and not necessarily in a post-modern way. The media practice facing the current ‘language’ of new media since 1993 has opened up the path to the end of electronic media! Medialism paved the way for the use of dialectics between electronic and digital media, which is highly topical today. Both on and off the net, medialism anticipated what some later called re-mediation, content providing or global digital".
 
Moreover, the word “meme" was introduced for the first time in 1976 by evolutionary biologist Richard Dawkins in his book The Selfish Gene. In it, Dawkins proposes a new key to interpreting human cultural evolution. Homologous to the gene, the basic unit of biological evolution, the meme is a cultural unit, replicable and transmissible by imitation (Greek: mimeme) from one individual to another.
 
In line with this analogy of genes — which represent the units of biological information that make up the DNA of living organisms — memes are involved in the same process of replication, mutation and selection in the world of culture. Memes are therefore nothing more than replicators of ideas that take hold in the minds of people by transferring from brain to brain. In this process of replication, memes can undergo independent mutations, just like genes. While imitation is the way memes are replicated, it is the process of selection that identifies the cultural units that will survive based on their longevity, fecundity and fidelity.
 
The more enduring and ‘fertile’ a meme is, the more likely that cultural unit will eventually prevail over other competing ideas that are less attractive and therefore less able to be replicated. Gene selection, leading to the formation of the brain, provided the necessary elements for the development of the first memes. Once these were formed, cultural evolution became crucial to human development.
 
Any cultural contribution — such as a good idea, a song, the invention of the light bulb, etc. — as a meme can remain intact long after the genes have dissolved into the common pool. While Plato's genes have likely disappeared within the gene pool, his memes are certainly present in our world.
 
In part, prior to embarking on this experiment with Mo(n)stre I had already addressed these issues in 2011 with the work I_in_the_project_of_an_other. Here too, the idea of the propagation of cultural memes is present, reworking it through an algorithm to which I delegated the role of author that provides a set of instructions, where only a few rules are pre-established, that can be implemented by a machine or a performer, to see how in perpetuating the discourse of another you no longer express the other, but rather yourself in the discourse of the other. In doing so, I wanted to highlight how the transfer of a cultural process occurs, through an exchange of information, and how that information changes in others.
 
 

 
Similarly, the intervention of Mo(n)stre refers to memes (artworks) that have survived to the present day, grafting them onto my works in various ways, suggesting and conveying unexpected meanings and new levels of interpretation of the work itself. In other words, creating real "memes", generating new memes starting from a set of memes (my works and the combinations of various kinds with other works of art).
 
For these reasons, Irony of Fate conceals within itself a meta-memetic, just as I_in_the_project_of_an_other enacted a meta-discourse, which invites us to consider the very nature of memes and the changes that occur on a cultural level. What, then, defines a meme? Surely it is not enough to superimpose a short phrase or word on an image?
 
To find an answer to this question we must consider that the word “meme”, as we commonly understand it today, refers to the spreading of ideas on the internet through a series of images, gifs, photos or videos, spread across the web in a viral fashion, based on continuous mutations, which have reached such singular modalities as to be compared by some to an expression of art.
 
Internet memes, just like regular memes, use their virality as leverage. The absence of physical boundaries on the internet tends to encourage even more rapid dissemination of ideas. However, their characterising trait stems from the way in which their variation from mutation to mutation occurs. According to Dawkins, in fact, while "classic" memes changed from one passage to another within a random and Darwinian logic, memes on the internet follow intentional mutations. It is not by chance that the memes usually created by Mo(n)stre are based on the comparison between artistic memes of the past and images referring to gossip or political news, which have already been widely diffused through other forms of media, such as television and social media.
 
These, in fact, are based on variation itself. Internet memes imply an active creator and receiver who is not limited to imitation alone. Mutation occurs intentionally on the part of the creator, while the recipient of the meme is a user who must "re-compose" the message. It is up to the latter to recreate the message that is constantly re-worked in infinite declinations that open the door to new meaningful, paradoxical, humorous frames and to a new "re-signification". Immediacy plays an important role where memes evoke emotions, ideas and hilarity in a format that is easy to translate.
 
However, if virality is the key to the evolutionary success of a meme, ironically, those by Mo(n)stre in my works are "involutional" memes, which do not have a humorous framework per se and do not intentionally seek diffusion, but which through the interplay between my original works and the new dimensions of meaning to different interpretations added by Mo(n)stre, open up further dimensions of meaning for the users.
 
For example, one of the experiments carried out by Mo(n)stre stemming from my piece Braccio (in which the HOXIA gene, responsible for the formation of arms and legs, is reproduced in graphic form by a mechanical arm, operated by a mini-controller), is based on the creation of memes where the mechanical arm is compared with other works of art or portrayed in the act of writing the message “troppe mos…(tre)[1]...", alluding to the death of the arm/dummy. All of which is accompanied by an audio note.


[1] Translator’s note: While the literal translation would be “too many exhibitions”, there is a play on words here, conveying the hidden meaning “too many monsters”.

Irony of fate   Ironia della sorte   Ironía del destino   Ironie des Schicksals   命運的諷刺   Ironie du destin    سخرية القدر
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Carlo Caloro - Aulos - scultura sonora, 2020

Prima di una battaglia, durante la caccia, durante i banchetti o riti funebri e matrimoni, anche quando il padrone puniva il suo servo frustandolo, la musica, suonata soprattutto con l'Aulos un flauto inventato dagli Etruschi, era sempre presente e accompagnava la loro vita quotidiana. La partitura musicale di riferimento per il flauto in quest'opera è composta da sequenze genetiche (ACGT) di DNA mitocondriale che contengono informazioni sull'attitudine musicale degli Etruschi.
Carlo Caloro - Aulos - sound installation, 2020

Before a battle, during the hunt, during banquets or funeral rites and weddings, even when a master punished his servant the music, played above all with the Aulos a flute invented by the Etruscans, was always present and accompanied their life daily. The reference musical score for the flute in this work is composed of genetic sequences (ACGT) of mitochondrial DNA taken from the genetic makeup of the Etruscans referring to studies concerning the biological basis of the musical aptitude of the Etruscans using data elaborated with methods of molecular genetics which are available on specific databases.
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Carlo Caloro - Braccio - disegni animatronici, penna a sfera su carta, 2011

Nella prima fase embrionale degli esseri umani, il gene HOX1A, tra gli altri, è responsabile della formazione di braccia e gambe. L'artista ha fatto esaminare sei persone rispetto al loro gene HOX1A e ha utilizzato questo come punto di partenza per la sua installazione multimediale Braccio. In questo lavoro, un mini-controller legge i singoli codici e invia questi segnali a un motore. Questo mette in movimento il braccio artificiale con la mano e la matita in modo che un disegno si realizzi sulla pagina sottostante. A seconda del codice genetico, il segnale cambia minimamente, il che poi altera la sua traduzione in movimento e, infine, il disegno. Il risultato sono sei disegni, che inizialmente sembrano identici, ma guardando più da vicino rivelano piccole deviazioni.
Carlo Caloro - Braccio - Animatronic drawings, ballpoint pen on paper, 2011

In the early embryonic stage of humans, the HOX1A gene, among others, is responsible for the forming of arms and legs. The artist had six persons examined with respect to their HOX1A gene, and used this as the point of departure for his multi-medial installation Braccio. In this work, a mini-controller reads the individual codes, and sends these signals to a motor. This sets the artificial arm with hand and pencil into motion so that a drawing comes about on the page beneath it. Depending on the genetic code, the signal changes minimally, which then alters its translation into movement and finally, the drawing. The result is six drawings, which initially appear identical, but upon looking more closely reveal minute deviations. Another variation of the drawing results is a page, upon which the various translations of the genetic code have manifested themselves in a drawing done with felt-tip pens in various colors.
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Carlo Caloro - Tanato - fotografie dipinte con cosmetici per tanatoestetica su alluminio, 2009

La morte è sempre presente. È inevitabile che ce ne occupiamo. Caloro ha cercato di confrontarsi con questo fenomeno incomprensibile che gli esseri umani temono di più. Per il suo lavoro, Tanato, ha consultato uno dei migliori tanato esteti di pompe funebri in Italia, facendogli dipingere sulle sue fotografie di autoritratti, stampe digitali in bianco e nero su carta DINA3, con il trucco usato per i cadaveri. Mentre i colori cosmetici hanno un colore della pelle caldo e vivace, sulle fotografie, nelle fotografie le persone viventi sembrano fredde e rigide. I ruoli e le funzioni cambiano e si confondono. Così, il cosmetologo dell'impresa di pompe funebri diventa un artista, l'artista diventa il defunto e i cosmetici sono un segno di morte anziché di vita.
Carlo Caloro - Tanato - Painted-over photographs on aluminum, 2009

Death is ever present. It is inevitable that we deal with it. Caloro sought confrontation with this incomprehensible phenomenon man fears most. For his work Tanato, he consulted one of the best funeral home cosmetologists in Italy, having him paint over his own self-portrait photographs, digital black-and-white-prints on DINA3 paper, with make-up used for corpses. Whereas the cosmetic colors have a warm, lively skin color on the photographs, the photographs the living persons seem cold and stiff. The roles and functions shift, and become confused. Thus, the funeral home cosmetologist becomes an artist, the artist becomes the deceased, and the cosmetics are a sign of death instead of life.
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Carlo Caloro - Lumpenwringer - scultura cinetica, 2013-2014

Sul pavimento è posto un arco in alluminio a forma di falce alto 3 metri e largo 5 con le due estremità rivolte verso l'alto. Sulle sue estremità sono installati due motori elettrici, per strizzare e srotolare una striscia di stoffa lunga 15 metri. In fondo all'arco c'è una vasca piena d'acqua. Il telo si bagna in acqua, viene strizzato dai motori e dopo essere stato srotolato ricade nuovamente in acqua. Questo processo di arrotolamento e srotolamento viene ripetuto regolarmente. Il dispositivo richiama le macchine che testano la resistenza dei prodotti, eseguendo le stesse azioni in uno schema ad anello. Questo lavoro e le associazioni che ne derivano riguardano il nostro essere, e Caloro riflette su come la nostra vita sia condizionata dalla misura, dal misurabile, dai sistemi di misura e dal misurare. Questa la stimolante conclusione di Carlo Caloro: "Ma se c'è una misura, c'è anche una misura esterna, qualcosa di smisurato che si estende a ciò che non è misurabile: lo sconfinato". Partendo dalle sue riflessioni sul rapporto uomo-macchina, sul materialismo e sulle ripercussioni sul nostro modo di vivere, Caloro solleva la questione della differenza tra un organismo vivente con i suoi obiettivi e un tipo di comportamento per raggiungerli, e una macchina senza i propri obiettivi proprio come lo "strizzatore di stracci". L'opera è una critica alla “gabbia” del quotidiano in cui siamo rinchiusi con la continua ripetizione di ritmi alternati tra poli opposti, azioni ripetute in modo identico e con un movimento costante, soggetti alla pressione di non potendosi mai fermare e con una lotta costante per mantenere l'equilibrio e la stabilità. Nel mondo del lavoro siamo costretti a competere con le macchine, i loro ritmi programmati e la loro prevedibilità.
Carlo Caloro - Lumpenwringer - Kinetic Sculptur, 2013 -2014

A scythe-shaped aluminium arch 3 metres high and 5 metres wide is set on the floor with the two ends pointing upwards. Two electric motors are installed on the tips, to wring and unroll a strip of cloth 15 metres long. At the bottom of the arch there is a container full of water. The cloth gets soaked in water, is wrung by the motors and after being unrolled, drops back into the water. This process of rolling and unrolling is repeated regularly. The device recalls the machines that test the resistance of products, going through the same actions in a loop pattern. This work and the resulting associations regard our own being, and Caloro reflects on how our life is conditioned by measure, by the measurable, by systems of measurement and by measuring. This is Carlo Caloro’s stimulating conclusion: “But if there is a measure, there is also and an external measure, something measureless extending to that which is not measurable: the boundless”. Starting from his reflections on the relationship between man and machines, on materialism and the repercussions on our way of life, Caloro raises the issue of the difference between a living organism with its goals and a type of behaviour to achieve them, and a machine without its own goals just like the “rag wringer”. The work is a critique on the “cage” of day-to-day life in which we are confined with the constant repetition of rhythms alternating between opposite poles, actions repeated in an identical way and with a constant movement, subject to the pressure of never being able to stop and with a constant struggle to maintain balance and stability. In the world of work, we are forced to compete with machines, their programmed rhythms and their predictability.
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Carlo Caloro - Monumento agli animali ignoti, sculture, malta cementizia, 2019 /2020

Il Monumento agli animali ignoti è un'opera che riflette sulla condizione degli animali le cui vite sono schiacciate dalle dinamiche dell'economia globale. Utilizzando diversi idiomi e immagini nelle sue opere, Carlo Caloro si concentra su vari dettagli del complesso meccanismo che attiva le dinamiche del rapporto dell'uomo con la natura e i conflitti reciproci ad essa inerenti. In questo lavoro, congela e immortala i corpi di animali nati e allevati intensamente, macellati interi e pronti per la vendita, come se fossero visti in una fotografia in bianco e nero. Sono calchi di cemento da stampi in silicone che riproducono carcasse, cadaveri di agnelli, galline, anatre e conigli presentati nella loro nudità animale come corpi destinati fin dalla nascita ad essere inseriti nella schiacciante filiera della produzione alimentare. La riflessione dell'artista parte dalla fauna tipica di Torre Flavia costituita principalmente da uccelli selvatici, categoria che costituisce, secondo le statistiche globali, circa il 30% del numero totale di uccelli del pianeta, con il restante 70% di pollame da allevamento. Tra la popolazione di mammiferi, il 60% sono animali da fattoria (bovini e suini), il 36% sono umani e solo il 4% sono mammiferi selvatici. Come indica il titolo, l'opera vuole essere un monumento commemorativo oltre che sepolcrale per gli animali appartenenti alla sfera dell'allevamento intensivo che costituiscono quasi una specie separata rispetto alle loro controparti cosiddette "selvatiche". Così, il gruppo dei corpi grigi si staglia nella riserva Macchiatonda, sospesi su piedistalli snelli come una massa di cadaveri che fluttua a mezz'aria a ricordarci la complessità discordante di un sistema che si nutre di contraddizioni interne. Il lavoro mira a sottolineare la presenza animale nella sua piena dignità corporea, denunciando l'atteggiamento economico globale che promuove tutti i tipi di allevamento intensivo indipendentemente dalle sue conseguenze devastanti per gli ecosistemi e l'allevamento di malattie degli animali. Da questo punto di vista l'opera assume una presenza commemorativa, oltre a rappresentare un memento mori in cui l'uomo si sente chiamato in causa come motore di azioni antropiche che, con la devastazione degli ecosistemi e l'espansione degli allevamenti intensivi, innescano processi di incrocio -trasmissione di specie, sviluppo e diffusione di malattie tra la specie animale e quella umana.
Carlo Caloro - Monument to the Unknown Animals - sculpture installation, concrete casts, 2019/2020

The Monument to the Unknown Animals is a work that reflects on the condition of animals whose lives are crushed by the dynamics of the global economy. Utilizing diverse idioms and imagery in his works, Carlo Caloro focuses on various details of the complex mechanism activating the dynamics of man’s relationship with nature and the mutual conflicts inherent to it. In this work, he freezes and immortalizes the bodies of animals intensively born and bred, slaughtered whole and ready for sale, as if seen in a black and white photograph. They are concrete casts from silicon moulds that reproduce carcasses, cadavers of lambs, chickens, ducks and rabbits presented in their animal nudity as bodies destined from birth to be inserted into the crushing food production chain. The artist’s reflection starts from the fauna typical of Torre Flavia constituted mainly by wild birds, a category constituting, according to global statistics, some 30% of the total number of birds on the planet, with the remaining 70% being farmed poultry. Among the population of mammals, 60% are farm animals (cattle and swine), 36% are humans, and just 4% are wild mammals. As the title indicates, the work is intended as a commemorative as well as a sepulchral monumentum for the animals belonging to the sphere of intensive farming that almost constitute a separate species with respect to their so-called ‘wild’ counterparts. Thus, the group of grey bodies stands out in the Macchiatonda reserve, suspended on slender pedestals like a mass of corpses floating in mid-air to remind us of the discordant complexity of a system that feeds on internal contradictions. The work aims at underscoring the animal presence in its full bodily dignity, denouncing the global economic attitude promoting all types of intensive farming regardless of its devastating consequences to ecosystems and the breeding of animal diseases. From this point of view the work assumes a commemorative presence, as well as representing a memento mori in which man feels called into question as the motor of anthropic actions that, with the devastation of ecosystems and expansion of intensive breeding farms, trigger processes of cross-species transmission, the development and spread of illnesses between the animal and human species.
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Carlo Caloro - Soglie - installazione mista, 2013

La caratteristica degli spazi borderline è quella di essere al confine tra dimensioni diverse, sostanzialmente tra la vita quotidiana e un tempo diverso, quello connesso con la funzione che le persone ricoprono. Questo è il motivo per cui molti degli spazi di cui parliamo possono innescare un cambiamento di stato, spesso temporaneo, destinato a terminare non appena termina la funzione per cui questi spazi sono stati creati, e verrà ricreato non appena quella funzione sarà nuovamente necessaria . Tanto per fare un esempio, c'è il camerino teatrale; visivamente e concettualmente crea l'attore o l'attrice che lo usa, e ha la funzione sia di preparare il personaggio sia di riportare gli attori allo stato di una “persona privata” dopo che la performance è terminata. Alcuni esempi inclusi nelle fotografie: aeroporti / passeggeri; ambulatori / pazienti; aule scolastiche / studenti; capolinea o fermate di autobus / pendolari; cabine / bagnanti al mare; spogliatoi palestra / atleti, sportivi; Allo stesso modo, la persona che varca la soglia della galleria in cui sono esposte le foto acquisisce lo status di visitatore socialmente approvato. Il visitatore è il completamento vivente dell'opera d'arte. La funzione principale della nostra società super-specializzata contemporanea è quella di ottimizzare i consumi, e di conseguenza l'arte contemporanea è sempre più spinta a servire il mercato piuttosto che la cultura. Per questo ho trovato indispensabile, sulla falsariga di alcuni esperimenti effettuati in importanti musei, di misurare le abitudini e il comportamento dei visitatori dei miei lavori esposti, attraverso specifici strumenti elettronici costituiti da sensori e display dove possiamo leggere i dati sui movimenti, la distanza e il tempo che i visitatori dedicano fermandosi davanti ai lavori esposti. I dispositivi elettronici sono visibili e appesi accanto alle foto in mostra. L'esperienza della persona, del visitatore non può essere valutata e misurata dagli strumenti elettronici, ma solo osservata in tempo reale attraverso la comunicazione interattiva.
Carlo Caloro - Soglie - mixed media installation,2013

The characteristic of borderline spaces is that they are on the border between different dimensions, substantially between daily life and a different time, the one connected with the function people happen to be fulfilling. This is why many of the spaces we are talking about can trigger a change in status, often temporary, bound to finish as soon as the function for which these spaces have been created ends, and will be recreated as soon as that function is needed again. Just to take an example, there is the dressing room in the theatre; it visually and conceptually creates the actor or actress using it, and has the function of both preparing the a characterand of bringing the actors back to the status of an “private person” after the performance is over. Some examples included in the photographs: airports/passengers; hospital surgeries/patients; school halls/students; bus terminals/commuters; seaside cabins/bathers; gym changing rooms/sports practitioners; etc. Similarly, the member of the public who crosses the threshold into the gallery where the photos are displayed acquires the socially approved status of a visitor. The visitor is the living completion of the work of art. The main function of our contemporary super-specialised society is to optimise consumption, and as a result contemporary art is increasingly pushed to serve the market rather than culture. This is why I found it indispensable to measure the habits and behaviour of visitors through specific electronic instruments consisting of sensors and displays where we can read data on movements, distance and time the visitors stop in front of an exhibit. The electronic devices are visible and hanging next to the photos on display. The experience of the person who is a member of the public and a visitor cannot be evaluated and measured by the electronic instruments, but just observed in real time through interactive communication.
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Carlo Caloro - Flusso - Installazione interattiva, 2009

Il punto di partenza dell'opera grafica Flusso è l'immigrazione, argomento controverso da decenni. Per gli immigrati che hanno varcato i confini dell'Unione Europea inizia quindi il ripido percorso attraverso un labirinto burocratico. Sotto forma di un diagramma ramificato in modo complesso, funzionante secondo il sistema binario di un linguaggio di programmazione, Caloro visualizza i passaggi della naturalizzazione burocratica e sociale. All'interno del sistema grafico, costruito come un questionario in termini di contenuto, ci sono sempre solo due possibili risposte: A o B, si o no. Pertanto, l'una o l'altra risposta porta al rispettivo passaggio successivo corrispondente o addirittura a un vicolo cieco. Il sistema non consente alcun compromesso, né ci sono zone grigie. Non è in grado di giudicare o distinguere la situazione individuale della persona interessata sulla base dell'esperienza, dell'intuizione o dell'emozione. Con la complessità grafica del diagramma, Caloro in un certo senso ironizza sugli apparati e sul sistema burocratico, poiché ne evidenzia l'insufficienza con mezzi propri.
Carlo Caloro - Flusso - Interactive installation, 2009

The departure point for the graphic work Flusso is immigration, a topic that has been controversial for decades. For immigrants who have made it over the borders of the European Union, the steep path through a bureaucratic labyrinth then begins. In the form of a complexly branching diagram, functioning according to the binary system of a programming language, Caloro visualizes the steps of bureaucratic and social naturalization. Within the graphic system, constructed like a questionnaire in terms of content, there are always only two possible answers: A or B, yes or no. Thus, the one or the other answer leads to the respective corresponding next step or even to a dead end. The system does not allow for any compromises, nor are there any gray zones. It is not able to judge upon or distinguish the individual situation of the person concerned on the basis of experience, intuition or emotion. With the graphic complexity of the diagram, in a certain way Caloro makes an irony of the bureaucratic apparatus and system, since he makes clear their insufficiency by using their own means.
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Carlo Caloro - Implement_azioni, installazione interattiva, 2003

Implement-azioni si presenta come un’opera/percorso in cui lo spettatore/fruitore viene immerso in un flusso di informazioni visive sequenziali, esposte in un gioco di diagrammi realizzato attraverso scelte e azioni. Implement-azioni si snoda, quindi, attraverso un percorso nel quale lo spettatore viene investito da stimoli sensori determinati sia da suoni (utilizzo della radio, possibilità di utilizzare un microfonico o l’utilizzo della parola nella recitazione di un testo o semplicemente di se stessi) sia da situazioni spaziali (possibilità di interazione nella pratica del ballo). Implement-azioni opera essenzialmente attraverso azioni, coadiuvate da mezzi fisici (il tatto, l’udito, il suono) e mezzi psicologici. Un’azione è un avvenimento di cui conosciamo soggetto, oggetto e le sue trasformazione. Compito di Carlo Caloro, ideatore dell’opera, è la rivisitazione in chiave ”deterministica” di un azione, implementando in modo assolutamente corporeo/visivo un programma di cui per il quale da sempre ci siamo serviti solo di un PC. Gli aspetti di rigorosa chiarezza visiva al massimo delle sue potenzialità e quelli tecnici, sono stati supportati dalla collaborazione dell’informatico Gennaro Donato, collaborazione esplicata nell’indicare le regole rigorose della univocità e della correttezza ( infatti per ogni possibile scelta individuale il percorso termina) e della massima completezza da seguire (tutte le azioni possibili all’interno di ogni procedura sono esaurienti), per tendere al massimo interfacciamento sia visivo che sul contenuto con il visitatore che, inconsapevolmente, diventa esso stesso attore trovandosi coinvolto ad eseguire ed interagire con semplici e piccoli azioni della quotidianità vissute nello spazio ( interruttori, specchi, finestra, ect..) dell’associazione e altre inserite da Caloro. L’aspetto psicologico si concretizza nella non conoscenza del percorso da parte del visitatore, che permette all’artista di osservare e annotare le esigenze individuali di ognuno di essi all’interno di una situazione data, e di capire la capacità dell’individuo: essere libero nelle proprie scelte o condizionato da comportamenti obbligati ed imposti. Anche l’utilizzo del diagramma, tecnica precisa nell’uso ma allo stesso tempo improvvisata, chiara e diretta ma ambivalente, codifica ulteriormente questo aspetto rilevandone il sintomo contraddittorio insito in ogni visitatore, che può eseguire il medesimo percorso operando determinate scelte o altre completamente diverse. Ma più che di contraddizione possiamo parlare di Implement-azioni come di un’opera aperta, in cui i messaggi dati si pongono come sorgenti di interpretazioni possibili, un’opera che per le sue caratteristiche può trasformarsi in un gioco, in cui è possibile sostituire alla realtà costituita ed esistente una realtà nuova creata dalla diversa combinazione delle scelte compiute nello svolgimento del percorso, le cui esperienze sono confrontabili tra i visitatori. Warren Weawer in un saggio destinato ad una divulgazione matematica dell’informazione espone una nuova teoria secondo cui ”la parola informazione si riferisce non tanto a quanto si dice ma a quanto si potrebbe dire; cioè l’informazione è la misura della nostra libertà di scelta nella selezione di un messaggio”, da cui nasce come possibile domanda ed ipotetica chiave d’interpretazione la seguente ”siamo noi che creiamo l’algoritmo o è l’algoritmo che esisteva e di cui ne ignoravamo l’esistenza?” Dal testing scaturito dall’affluenza dei visitatori e dagli appunti si potranno ideare nuove implement-azioni. Dalla esigenza di interazione dei visitatori (attori) si avrà una concorrenza sulle risorse con riferimento al tempo di fruizione ,si potrà dare il via a nuove INTER-IMPLEMENT-AZIONI.
Carlo Caloro - Implement_azioni, interactive installation, 2003

Implement-Actions is presented as a work / path in which the viewer / user is immersed in a flow of sequential visual information, displayed in a game of diagrams created through choices and actions. Implement-actions therefore unfolds through a path in which the viewer is hit by sensor stimuli determined by both sounds (use of the radio, the possibility of using a microphone or the use of words in the recitation of a text or simply of themselves. ) and from spatial situations (possibility of interaction in dance practice). Implement-actions essentially operates through actions, assisted by physical means (touch, hearing, sound) and psychological means. An action is an event of which we know the subject, object and its transformation. The task of Carlo Caloro, creator of the work, is the "deterministic" reinterpretation of an action, implementing in an absolutely corporeal / visual way a program for which we have always used only a PC. The aspects of rigorous visual clarity to the maximum of its potential and the technical ones, were supported by the collaboration of the computer scientist Gennaro Donato, a collaboration expressed in indicating the rigorous rules of uniqueness and correctness (in fact, for each possible individual choice the path ends) and of the utmost completeness to follow (all the possible actions within each procedure are exhaustive), to strive for maximum interfacing both visually and on the content with the visitor who, unconsciously, becomes himself an actor finding himself involved in performing and interacting with simple and small everyday actions lived in the space (switches, mirrors, windows, etc.) of the association and others inserted by Caloro. The psychological aspect is expressed in the visitor's non-knowledge of the path, which allows the artist to observe and note the individual needs of each of them within a given situation, and to understand the individual's ability to be free in their choices or conditioned by compulsory and imposed behaviors. Even the use of the diagram, a precise technique in use but at the same time improvised, clear and direct but ambivalent, further encodes this aspect, noting the contradictory symptom inherent in each visitor, who can follow the same path by making certain choices or other completely different ones. . But more than a contradiction, we can speak of Implement-actions as an open work, in which the messages given are placed as sources of possible interpretations, a work that due to its characteristics can turn into a game, in which it is possible to the established and existing reality a new reality created by the different combination of the choices made during the course, whose experiences are comparable among visitors. Warren Weawer in an essay intended for a mathematical dissemination of information exposes a new theory according to which "the word information refers not so much to what is said but to what could be said; that is, information is the measure of our freedom of choice in selecting a message ", from which the following question arises as a possible question and hypothetical key of interpretation" it is we who create the algorithm or is it the algorithm that existed and which we did not know existed? " From the testing resulting from the influx of visitors and from the notes, new implement-actions can be devised. From the need for interaction of visitors (actors) there will be competition on resources with reference to the time of use, it will be possible to launch new INTER-IMPLEMENT-ACTIONS.
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Carlo Caloro - Pentagono - scultura cinetica, 2020

Le fortezze militari a forma pentagonale sono sistemi complessi costruiti nel 1500 per difendersi dal fuoco dell'artiglieria e dall'assalto delle macchine d'assedio. Gli architetti del Cinquecento sembrano essere stati inconsapevolmente ispirati dai complessi sistemi di difesa del corpo umano come il sistema immunitario per difendersi dagli attacchi di virus. Ce ne sono altri come il sistema nervoso centrale che ci invia segnali e sintomi come ansia, umore depresso, disagio psicologico generato da macro patogeni e microrganismi di ogni tipo, che a loro volta provocano conflitti che comportano una reazione del sistema cardio-vascolare come così come il sistema immunitario. Tutti eventi che nascono da infinite relazioni che condizionano direttamente o indirettamente le scelte della nostra vita e determinano la percezione di noi stessi, del nostro Sé, della nostra identità. All'interno del corpo in legno a forma di pentagono, i flussi d'aria rimodellano costantemente la posizione di molti aghi della bussola. Il nostro Sé non è niente di concreto e materiale, la fortezza, la cittadella dentro di noi è solo una rappresentazione, un'apparenza fatta di flussi di relazioni eteree. Rispetto ai conflitti ea tutto ciò che accade indipendentemente dalla nostra volontà, dove siamo e cosa decidiamo o scegliamo?
Carlo Caloro - Pentagono - kinetic sculpture, 2020

The pentagon-shaped military fortresses are complex systems built in the 1500s to defend themselves against the fire of artillery and the assault of siege engines. Sixteenth-century architects seem to have unwittingly been inspired by the complex defense systems of the human body such as the immune system to defend itself against virus attacks. There are others such as the central nervous system that sends us signals and symptoms such as anxiety, depressed mood, psychological discomfort generated by pathogenic macro and microorganisms of all kinds, which in turn cause conflicts that involve a reaction of the cardio-vascular system as well as the immune system. All events that arise from infinite relationships that directly or indirectly condition the choices of our life and determine the perception of ourselves, our Self, our identity. Inside the pentagon-shaped wooden body, air flows constantly reshape the position of many compass needles. Our Self is nothing concrete and material, the fortress, the citadel within us is only a representation, an appearance made up of flows of ethereal relationships. With respect to conflicts and everything that happens independently of our will, where are we and what do we decide or choose?
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Carlo Caloro - Soft Hard - scultura siliconica, 2015

Un sottile flusso di liquido siliconico con un coefficiente di viscosità di 30000 cSt che scorre avvolgendosi su se stesso su una superficie fissa creando un cilindro di cavo fluido. Il cilindro cresce, raggiunge un'altezza critica e collassa e il processo ricomincia. Tre lenti applicate alla teca, una delle quali ingrandisce due volte e mezza la dimensione originale del flusso sottile e le altre due sono dirette verso l'esterno della teca in direzione della collezione di libri della biblioteca. Qual è il ruolo delle Scienze umane e la funzione della teoria rispetto al decentramento dell'essere umano che non è più misura di tutte le cose? L'ideologia dell'economia di libero mercato ha generato l'antiintellettualismo che scredita la scienza morbida e rimuove la teoria del valore. E 'un processo in cui il fluido della conoscenza morbida e dura si scompone e si riorganizza ciclicamente.
Carlo Caloro - Soft Hard - silicone sculpture, 2015

A thin stream of silicone liquid with a coefficient of viscosity of 30000 cSt flowing coiling on itself on a stationary surface creating a cylinder of fluid cable. The cylinder grows, reaches a critical height and collapses and the process begins again. Three lenses applied to the theca, one of them magnifies two and a half times the original size of the thin stream and the other two are directed towards the outside of the theca in the direction of the collection of books in the library. Which is the role of the human Sciences and the function of the theory compared to the decentralization of the human being who is no longer measure of all things? The ideology of the free market economy has generated the antiintellectualism that discredits the soft science and removing the value theory. It ‘a process where the fluid of soft and hard knowledge breaks up and reorganizes themselves cyclically.
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Carlo Caloro - Clothing, stampa digitale e cromatogramma su carta a mano, 2011

Per il lavoro su carta a mano, Clothing, Caloro ha fotografato i vari jeans indossati da sei persone, facendo successivamente trasformare ogni paio di jeans in diversi fogli di carta fatta a mano, sul quale a sua volta ha stampato la fotografia dei jeans corrispondenti. Ha poi integrato ciascuno di essi stampando un cromatogramma del gene MC1R, che contiene le informazioni genetiche dei sei indossatori di jeans in termini di come reagiscono alla luce ultravioletta, un fattore che determina il colore della pelle e la pigmentazione. Come indicatore dei tratti caratteristici personali, la complessità scientifica del DNA è qui giustapposta ai jeans. Con questo lavoro, Caloro ha creato dei ritratti, che forniscono informazioni estremamente precise sulle rispettive persone nonostante siano assenti - è una rappresentazione astratta di individui umani.
Carlo Caloro - Clothing - Digital print on handmade paper, chromatogram on paper, 2011

For the work on paper, Clothing, Caloro photographed the various jeans worn by six people, subsequently having each pair of jeans processed into a different piece of handmade paper, upon which in turn he printed the photograph of the corresponding jeans. He then supplemented each with a chromatogram of the gene MC1R, which contains the genetic information of the six jeans-wearers in terms of how they react to ultraviolet light, a factor that determines skin color and pigmentation. As an indicator of the personal characteristic features, the scientific complexity of the DNA is juxtaposed here with the jeans. With this work, Caloro has created portraits, which provide extremely precise information about the respective persons despite the fact that they are absent - it is an abstract representation of human individuals.
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Carlo Caloro - Apaf1_Bcl2, scultura cinetica, 2012

L'argomento di questa macchina è il tentativo di Caloro di venire a patti con l'equilibrio sensoriale, derivato dalla genetica. La scultura cinetica, con un'altezza complessiva di 3,60 metri e un diametro di 30 cm, è composta da una parte inferiore, la base, nonché da una parte superiore, che Caloro definisce un'estremità, fatto che già invita al confronto con il corpo umano. Questi due componenti sono composti da stecche in fibra di carbonio collegate alla scocca centrale di plexiglas. In questo tubo trasparente ci sono dtre attuatori e una scheda elettronica di controllo, che lavorano insieme per far inclinare l'estremità superiore. Ulteriore materiale che contribuisce a questo sono la sequenza dei caratteri di due geni di Caloro che sono stati memorizzati sulla scheda di controllo. Questi due geni, Apaf1 e Bcl2, danno il titolo alla scultura; sono significativi per lo sviluppo dell'orecchio interno come organo di equilibrio, il cui malfunzionamento può causare vertigini. Con questa scultura, l'interesse per il rapporto tra uomo e macchina che attraversa l'opera di Caloro è presente anche nella percezione, già filtrata dalle nostre aspettative. Ci porta quasi automaticamente alla domanda sul perché la macchina agisca in questo modo e non in un altro: una domanda che ci poniamo anche quando desideriamo acquisire una comprensione delle nostre controparti umane.
Carlo Caloro - Apaf1_Bcl2, 2012 - kinetic sculpture, 2012

The topic of this machine is Caloro’s attempt to come to terms with sensory balance, derived from genetics. The kinetic sculpture, with an overall height of 3.60 meters and a diameter of 30 cm, consists of a lower part, the base, as well as an upper part, which Caloro refers to as an extremity,
a fact that already invites a comparison with the human body. These two components are composed of carbon fiber rods, and are linked by a middle part of Plexiglas. In this transparent tube there are two motors and an electronic control board, which work together to make the upper extremity tilt. Further material contributing to this are the characters of two of Caloro’s genes that have been stored on the control board. These two genes, Apaf1 and Bcl2, are what give the sculpture its title; they are significant for the development of the inner ear as an organ of balance, the malfunction of which may cause dizziness. With this sculpture, the interest in the relationship between man and machine that runs though Caloro’s work is also present in the perception, which has already been filtered by our expectations. It leads us almost automatically to the question of why the machine acts this way and not in another way—a question we also ask when we wish to gain an understanding of our human counterparts.
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